Roberta Meldini - plastica linearità e sinuosa tridimensionalità
dell’abbondanza, della fertilità, della vita, tanto più che i soggetti delle opere selezionate per la mostra presso Palazzo Merulana, a prescindere dalla tecnica e dalla peculiare cifra stilistica dell’artista nella sua costante ricerca di un segno originale e distinto, sono indissolubilmente legati gli uni agli altri dal comun denominatore dell’“elogio alla vita”, in qualsiasi sua forma di espressione: umana, animale e naturale. Attraverso questa breve disamina cronologica e storico-artistica siamo dunque giunti al focus della retrospettiva, volta a sottolineare la singolare linea tematica dell’“artista” e della “donna” Roberta Meldini, le cui due nature, proprio alla luce della copiosa produzione plastica e pittorica, non possono e non debbono essere scinte poiché « nel sogno e nella realtà, nella favola e nel mito, attrice principale per Roberta Meldini è sempre la donna col suo corpo, capace di generare la vita che è al centro di una ricchezza di elementi intesi come riflesso della sua straordinaria capacità di partecipare al corso dell’esistenza ». 6 Le sue figure di donne – delle moderne Afroditi tondeggianti nelle quali potente e singolare è il connubio di grazia ed equilibrio, di spiritualità e carnalità, di sensualità e naturalezza – sono realizzate e raffigurate nelle pose più disparate: erette, come Nell’Eden (a china e linea continua), nell’acquatinta della Bagnante e nella tecnica mista di Responsabilità ; sedute come nel cemento Momento sull’acqua , nel bronzo Donna con colomba , ne La Grande Madre (china e tratteggio); e, in particolare, distese. Tra tutte, le bronzee Figura in riposo e Risveglio , la Matrona (a tecnica mista su cartoncino) e Donna al Sole 5 , in refrattario. Lo studio della figura giacente femminile è stato del resto oggetto della Tesi di Laurea di Roberta Meldini 7 , e, nel corso degli anni, è divenuto il focus su cui l’artista ha impresso inesorabilmente l’approfondimento della struttura del corpo umano e delle tensioni plastiche. Nelle sue figure adagiate, così come suggerito dagli stessi titoli evocativi, il corpo femminile diviene il luogo di non-azione, di oziosa passività in cui il denso blocco volumetrico, così puro nelle linee, si fa poesia e astrazione, caricandosi di straordinari valori espressivi e formali, psicologici e filosofici. La superficie delle opere scultoree risulta liscia, come nei modi delle avanguardie. È pura sintesi volumetrica e salda e compatta composizione. Eppure, qualcosa di molto sottile sembra scalfirla: una sorta 6 Alvaro Spagnesi, “Roberta Meldini: la donna nella favola e nel mito”, in Eco d’arte moderna , n. 101, n. 9/10 set./ott. 1995, pp. 26 e 27. 7 La Tesi di Laurea di Roberta Meldini presso l’Accademia di Belle Arti di Roma ebbe per oggetto di studio e approfondimento “La figura giacente di Michelangelo e Moore”. 9
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