Le donne di Roberta Meldini

9 Momento sull’acqua, 1969 cemento, cm 125×54×51 nel bronzeo ed arcaico Frammento di figura ed in Momento sull’acqua , opera in liscio, grigio cemento, così essenziale da sembrare un semi lavorato, istantanea di grande, sensuale realismo che “ritrae una giovinetta nella posa spontanea di acconciarsi i capelli 6 ”. Consuete sono poi le pose di donne distese, come nel cemento dalla forma tondeggiante Figura in riposo , compatta nella pienezza delle linee arrotondate e nei due refrattari Donna al Sole 5 e Donna al sole dormiente : nelle figure adagiate il corpo femminile diviene il luogo di non-azione, di oziosa passività in cui il denso blocco volumetrico si fa poesia ed astrazione, caricandosi di straordinari valori espressivi e formali, psicologici e filosofici 7 . Così come la superficie delle opere scultoree risulta avanguardisticamente liscia, anche se qualcosa di molto sottile sembra scalfirla – una sorta di cesellatura, di trama incisa, rugosa, che serve a dar vita ai capelli, a far emergere i lineamenti, a creare il velo che cela il corpo – allo stesso modo nei disegni, le linee che racchiudono i volumi densi e compatti, risultano essere pure, veloci ed eleganti, al limite dell’arabesco. Si vedano a tal proposito le opere miste su carta del Nudo in torsione , di Donna adagiata e della Matrona , e la china a tratteggio Donna con palla . Stessa tecnica di quest’ultima per A braccia conserte , Donna che si specchia , Modella , Pudore e Al di là del muro , nelle quali le vibranti tramature delineano le rotondità ed i particolari anatomici di queste “pomone” arcaiche, pervase di luce chiaroscurale. Nei mezzibusti e nei volti di tre quarti realizzati dalla Meldini, costante è poi la volontà di introspezione psicologica e sentimentale, che va oltre la mera formalità del tratto, ora più definito, ora essenziale e di contorno, così autentico e dotato di caratterizzazione propria da creare un vero e proprio pendant con le opere scultoree. Si veda l’olio del grande Trittico , di sapore cubista, in cui le quattro donne raffigurate, così simili tra loro da sembrare la medesima persona, mostrano ciascuna un determinato stato d’animo mentre il ritratto ad olio di Arianna , essenziale e senza tempo, si pone a metà strada tra una giovane e sicura donna contemporanea ed una divinità. Espressamente di carattere arcaico è invece Volto , realizzato a sanguigna su carta ed ancora una volta definito, come gran parte delle figure femminili della nostra artista, dai capelli raccolti in una coda alta che ne enfatizza il profilo greco del viso tondo. A chiudere la ritrattistica due chine acquarellate inedite, Dono ed I fiori del mio giardino , nelle quali gli sguardi nei volti delle due donne, appena accennati dal tratto chiaroscurale, sembrano essere come incantati dai grandi e colorati mazzi di fiori che stringono tra le mani, simbolo per antonomasia di purezza e femminilità. 6 Marina Pescatori, “Roberta Meldini. Scultura, disegno, grafica incisoria”, catalogo ragionato dell’artista, Roma, Bordeaux Edizioni, 2017, p. 16. 7 Lo studio de “La figura giacente di Michelangelo e Moore” è stato oggetto della Tesi di Roberta Meldini presso l’Accademia di Belle Arti di Roma e nel corso degli anni è divenuto il focus su cui l’artista ha impresso l’approfondimento sulla struttura del corpo umano e sulle relative tensioni plastiche. 8

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