Catalogo generale

99 98 prevale, specie nelle figure muliebri, però una grande aria di libertà circola negli spazi bianchi, una primavera di colori puri allieta la com- posizione, la linea è veloce, sottile, elegante al limite dell’arabesco ” 3 . Questi esaltanti lavori preparatori-finiti non restano i soli testimoni del fervido operare dell’artista prima di giungere alla forma plastica de- siderata. Molti altri studi − disegni conservati come idee da tenere nel cassetto per un futuro utilizzo − mostrano la necessità di fermare l’intuizione innanzi tutto sul foglio: sagome, volti, particolari, intere rappresentazioni tematiche a sfondo religioso. A volte si tratta di boz- zetti già ben costruiti, a volte solo di semplici schizzi legati allo studio dei personaggi che forse un domani saranno sculture oppure trove- ranno posto tra i protagonisti di una tavola a rilievo. Buona parte di essi, sebbene non sempre riportati su carta idonea al disegno, meri- tano attenzione soprattutto perché offrono la possibilità di seguire il lavoro dell’artista nel suo passaggio dalla forma ideale a quella reale; un’opportunità per chi osserva di ipotizzare il processo nella defini- zione creativa del soggetto, di studiare insieme all’artista i molteplici punti di vista di una statua, il movimento che armonizza il modellato, la spontaneità o la teatralità che darà carattere a un volto. Il disegno libero Rispondono a uno spirito diverso e non meno accattivante i tanti di- segni che nascono autonomi, non legati cioè ad alcuna futura visione plastica. Realizzati da schizzi dal vero o frutto di un estro creativo del momento, a prima vista sembrano appartenere a un’altra Meldini, che si esprime leggera e spensierata nei temi: dei fiori, degli animali, degli alberi, della frutta, … Ma a ben vedere, essi non sono così lon- tani da quelli creati dalla meticolosa esecutrice di tratti limpidi e per- fetti. Molti, infatti, presentano gli stessi esiti di purezza, lievità e trascendenza riscontrati nelle opere a linea continua e a tratteggio : i grandi fogli in cui la figura prende vita e spessore grazie a un sem- plice contorno nero ( Avanzare , Attesa ); i delicati ritratti delle figlie bambine ( Marina , Carla ) o gli altri volti eseguiti nei colori tenui dei pastelli, e ancora le silhouette sfumate dall’uso sapiente delle chine colate e le multicolori scene narrate all’acquarello. Creati su supporti di diverso tipo: dal foglio al cartoncino, dal compensato al legno, tutti questi disegni mostrano padronanza pittorica nella scelta dei colori e fermezza di mano nel tratto deciso. Presentano maggiore corposità e un carattere più marcato, i fogli in cui prevalgono i colori accesi dei pennarelli, delle cere, delle tec- niche miste, dove il tratto veloce si carica ora di magico surreali- smo, ora di valori espressionisti. È tra questi, soprattutto, che si nota una certa attenzione verso i soggetti che catturano l’artista; una curiosità vagamente ‘lombrosiana’, ma benevola e spontanea, che porta la Meldini a tornare su certi segni identificativi di una con- dizione sociale, di una cultura, di un’appartenenza, per cogliere in più flash un’attitudine, una pratica, una situazione pittoresca. Si pensi ai molteplici ritratti di gitani o all’espressione su alcuni volti di donne; ai gustosi quadretti di vita quotidiana dove si vedono comari chiacchierare sull’uscio, bagnanti fare vita di spiaggia, o amici bere al tavolino di un bar. Anche qui non sempre si tratta di opere finite, alcune sembrano ancora in lavorazione, altre come lasciate in attesa di un’idea che le completi. Tutte, però, presentano il germe creativo della curiosità e della fantasia che, unito al desiderio di narrare sen- timenti umanissimi attraverso l’immagine e il colore, mostrano quanto della sua poetica non emerge nella scultura. La grafica incisoria I temi prediletti di Roberta Meldini trovano ulteriore proposizione nella grafica incisoria cui l’artista si dedicò con slancio e determina- zione giungendo ad esiti ottimali nel realizzo di opere all’acquaforte e all’acquatinta 4 . Il numero limitato di lastre in zinco incise − se ne conoscono una tren- tina − e la bassa tiratura di ogni esemplare impresso su carta − fino a un massimo di 60, più alcune prove d’artista − fanno di queste pia- cevoli stampe un compendio raro e prezioso che arricchisce il di- scorso decorativo già declinato nei bassorilievi e nei disegni. In alcune di esse la figura femminile, classica nel suo vigore di forme, nuda o coperta da leggerissimi veli, è posta in primo piano sullo sfondo di un ambiente rigoglioso ritoccato all’acquarello; un mondo favolistico in cui l’artista invita lo spettatore a entrare per ammirare ciò che di bello offre la vita: la donna, gli alberi, gli uc- celli, con l’augurio intimo di proiettare chi guarda in una realtà per- fetta in cui tutti gli esseri della terra coesistono primordialmente puri. Alle stampe che riportano visioni ideali ( Nel bosco , Bagnanti ) si af- fiancano panorami di tenore diverso in acqueforti i cui soggetti, pur completamente diversi, rientrano appieno nell’universo pittorico già esaminato. Ritroviamo in queste stampe il tema religioso, espresso questa volta anche nella sua forma più allegra e visionaria ( L’arca di Noè ) o in quella più classica ( Adamo ed Eva , Ascensione ); ritro- viamo i personaggi femminili dei disegni migliori colti nella loro espressiva quotidianità: le comari, le zingare, la chiromante. E, non ultima, la figura umana accompagnata da un fantasioso bestiario ( Amazzone ). 1 Carlo Fabrizio Carli, Le radici della scultura , in: Roberta Meldini. L’astrazione del reale , catalogo della mostra presso È Stile Gallery, Roma 2008, pag. 7 2 Ibidem, pag. 7 3 Ugo Moretti in: Roberta Meldini. Sculture e disegni . Brochure della mostra presso Grand Hotel Bellevue, Cortina d’Ampezzo, 1974 4 L’artista frequentò i corsi di grafica incisoria del maestro Jean-Pierre Velly, presso la Calcografia Nazionale, Roma.

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