Catalogo generale

49 Donna che esce dall’acqua , 1976 materiale refrattario, altezza cm 62 Donna che esce dall’acqua Soliloquio per Roberta Giungo, dalla mia piccola oscurità, dalle tue mani scintilla. Refrattaria pietra, possiedo la luce. È nata con me, capriccio di ciglia e schiena. Spiriti liberi mi attraversano… Seguo, nell’impazienza del modellato, curvi desideri, e nella quiete del sogno, vie d’acqua. Venti e languori di terra sono il mio movimento. Io, il corpo, che non teme se stesso e lo spazio. Sulla mia bocca, rimbalzo di mari, beccheggio di un’anima. Onde alte, sul mio collo di prua. Siedo pura ed immensa, spacco sui secoli, bianca origine. Sono la Donna, eccomi, sono la sposa, la madre. La primitiva generazione, la terra impastata, il suo accendersi rosso, il suo farsi, nell’attesa di amori-attimi. Sono la mangiatrice di sole. Il clamore dell’ombra. Il suo futuro in proiezioni d’oro, linee continue dell’andare divino. Sono la scoperta e l’affondo, il battito inesausto. Dimentico pesci e maree. Resti nel caldo che mi percorre. Ormeggi speranze tra i miei capelli. Argilla impazzita, entusiasmo di forma. Ti sfuggo dal petto… Mi porti nell’aria, mi plasmi fianchi e rive. Al largo di me stessa, i tuoi occhi. Indomito affaccio, straniante mistero. Nebbia di ringhiera, sospensione di tempo. Grido compiuto, lumen perfetto. La mia ferma attesa, un punto di domanda. Medito vita. La mia pelle, nudo vestirsi del mondo… Carnale abbraccio all’Umanità. Insieme, il respiro. Tullia Ranieri, 2016 48

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